Programmi del mattino
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Nella Sicilia degli inizi del Novecento, Salvatore fa un voto e chiede un segno al cielo: vuole imbarcarsi per il nuovomondo e condurre in America i figli e l’anziana madre. Il segnale è una cartolina di propaganda che ritrae minuscoli contadini accanto a galline giganti o a carote sproporzionate. Venduta ogni cosa posseduta, Salvatore lascia la Sicilia alla volta dell’America. Durante la traversata oceanica incontra la bella Lucy, una young lady che indossa il cappello ed è più elegante della figlia del sindaco del paese. Luce parla la lingua dell’America e cerca un compagno da impalmare per ritornarci da signora. Salvatore, da vero galantuomo, accoglie la sua avance. Il lungo viaggio approderà ad Ellis Island, l’isola della quarantena dove si decideranno gli ingressi e i rimpatri.
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Wyoming, 1870 circa. Una diligenza è diretta verso la città di Red Rock. A bordo ci sono due passeggeri: un uomo, John "il Boia" Ruth, esperto e famoso cacciatore di taglie, e una donna, Daisy Domergue, prigioniera del primo e ricercata con l'accusa di omicidio. Lungo il tragitto verso la città, il convoglio raccoglie a bordo altri due passeggeri: il maggiore Marquis Warren, altro cacciatore di taglie, e il giovane Chris Mannix. Le condizioni metereologiche avverse forzano il convoglio a una sosta non prevista presso un rifugio, dove fanno la conoscenza di passeggeri di un'altra diligenza, anch'essi costretti alla sosta.
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La storia di Non odiare accade a Trieste. Qui, nel cuore della città, ai limiti dell’antico Borgo Teresiano, vive Simone Segre (Alessandro Gassmann), un affermato chirurgo di origine ebraica: ha una vita tranquilla, apparentemente risolta, una compagna che lavora in Francia come reporter, un appartamento elegante e nessun legame con il passato. Tornando dallʼallenamento settimanale di canottaggio, Simone si trova a soccorrere un uomo vittima di un incidente stradale: ma quando scoprirà sul petto di questo un tatuaggio nazista, lo abbandonerà al suo destino e nel momento in cui arrivano i soccorsi è ormai troppo tardi. I giorni seguenti, però, saranno sotto il segno del senso di colpa per la morte dell’uomo: situazione che lo spingerà a rintracciare la famiglia del neonazista che vive in un complesso residenziale popolare, il cosiddetto “quadrilatero di Melara”...
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