Programmi del mattino
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Siamo nel 1946. Processato per l'omicidio della moglie e del suo amante, Andy, un bancario del New England, viene condannato a un doppio ergastolo e recluso nel penitenziario di Shawshank. All'inizio è vittima delle violenze dei reclus, poi però diventa il consulente finanziario delle guardie. Scopre così che il direttore falsifica i libri contabili intestando i conti a un fittizio Randall Stevens. Fuggito di prigione attraverso un tunnel costruito negli anni, Andy assume l'identità di Randall Stevens, denuncia il direttore e va in Messico.
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La storia del ballerino Rudolf Nureyev e della sua defezione dall'Unione Sovietica nel 1961, nonostante i tentativi del KGB di fermarlo.
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Programmi del pomeriggio
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Quattro storie di violenza s'intersecano in una struttura apparentemente circolare che va avanti e indietro nel tempo: si chiude 1) due balordi (T. Roth, A. Plummer) si accingono a fare una rapina in una tavola calda; 2) due sicari (J. Travolta, S.L. Jackson) recuperano una valigetta preziosa, puliscono la loro auto, insozzata dal sangue e dal cervello di un uomo ucciso per sbaglio, con l'aiuto di Mr. Wolf (H. Keitel), l'uomo che risolve problemi, e vanno a mangiare proprio nella tavola calda della rapina; 3) uno dei due sicari (Travolta) deve portare a ballare Mia (U. Thurman), moglie del capo (V. Rhames), che, scambiata eroina per cocaina, va in overdose; 4) il pugile Butch (B. Willis) contravviene ai patti, vince un incontro che doveva perdere e scappa con la borsa.
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“Oppenheimer”, l’ultima opera cinematografica di Christopher Nolan, si dipana attraverso i vasti panorami della vita di J. Robert Oppenheimer (interpretato magistralmente da Cillian Murphy), trascendendo le tradizionali aspettative di un biopic. Nonostante la grande aspettativa sulla raffigurazione della detonazione della prima bomba atomica, Nolan riesce a catturare l'attenzione dell'audience in un modo completamente inaspettato: il volto umano.
Il film si evolve come un'intima esplorazione delle espressioni facciali. Si parla, si ascolta e si reagisce, mentre il volto di Murphy riflette il tumulto interno di Oppenheimer: un matematico geniale, un leader dal temperamento impulsivo, la cui vita privata è una tempesta di passioni, desideri e errori. Questa profonda introspezione nell'anima di Oppenheimer viene amplificata dalla maestria con cui Nolan e il suo direttore della fotografia, Hoyte van Hoytema, utilizzano il sistema IMAX, non solo per immortalare le vaste distese desertiche del New Mexico ma anche per immergerci nei labirinti della psiche del protagonista.
La struttura narrativa del film è sorprendentemente non lineare. Flashback, visioni e sogni si intrecciano, e Nolan ci fa oscillare tra passato, presente e futuro con maestria. Ogni decisione, ogni azione di Oppenheimer ha ripercussioni e conseguenze, quasi a raffigurare la reazione a catena innescata dalla sua stessa creazione, la bomba atomica.
Ma “Oppenheimer” non è solo la storia di un uomo. Personaggi come General Leslie Groves (Matt Damon), la tormentata moglie Kitty Oppenheimer (Emily Blunt), e l'antagonista Lewis Strauss (Robert Downey Jr.), arricchiscono la trama con le loro sfumature, rappresentando gli aspetti multi-dimensionali dell'era atomica. Ogni volto, ogni espressione racconta una storia, rivelando gli intricati giochi di potere, le alleanze fragili e le personali battaglie ideologiche.
La questione del bombardamento di Hiroshima e Nagasaki è trattata con un approccio originale. Invece di mostrare direttamente gli effetti devastanti della bomba sulle città giapponesi, Nolan ci porta nelle profondità della coscienza tormentata di Oppenheimer, permettendoci di vedere attraverso i suoi occhi le possibili conseguenze di una tale arma sul popolo americano. Questa scelta artistica potrebbe non piacere a tutti, ma è una testimonianza del coraggio di Nolan nel voler affrontare argomenti controversi da una prospettiva fresca e non convenzionale.
Musicalmente, Ludwig Göransson ci immerge in una colonna sonora che oscilla tra l'epico e l'intimo, mentre il montaggio di Jennifer Lame ci guida attraverso la complessità della narrazione, rendendo ogni scena un puzzle da decifrare.
In conclusione, "Oppenheimer" rappresenta un punto di svolta nella carriera di Nolan. Non solo racconta la storia di un uomo e della sua controversa eredità, ma esplora anche le profondità dell'anima umana, delle decisioni che prendiamo e delle loro conseguenze.
Programmi della sera
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Francesco Castelnuovo ha incontrato Ferzan Ozpetek per parlare del suo quindicesimo film, con uno straordinario cast di 18 attrici italiane. Al cinema da giovedì 19 dicembre.
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1862: guerra civile americana. L'infermiere dell'esercito sudista Newt Knight, avendo assistito a troppe ingiustizie, decide di disertare per riportare a casa il cadavere del giovane nipote a cui non è stato prestato soccorso dopo che era stato ferito. Giunto a casa è testimone di altri soprusi commessi dai soldati confederati nei confronti della popolazione. Da quel momento Knight comincia a raccogliere intorno a sé uomini e donne di razza bianca e nera pronti ad opporsi alla prepotenza militare. Accade così che la contea Jones del Mississippi si costituisce in uno Stato Libero sotto la guida di Knight che non è intenzionato ad arrendersi.
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Tra le pieghe dell'industria cinematografica del 2022, emerge "La verità secondo Maureen K.", una pellicola che promette di immergere lo spettatore nel cuore pulsante del potere corporativo e nel fragile equilibrio tra verità e menzogna.
Diretto da Jean-Paul Salomé, il film presenta la straordinaria Isabelle Huppert nel ruolo di Maureen Kearney, una sindacalista al centro di una tempesta mediatica e legale. Sin dalle prime scene, il film affronta una questione delicata: fino a che punto si può arrivare per la verità? E cosa succede quando la verità diventa un gioco pericoloso?
"Non ho mentito. Non ho inventato niente" - queste parole, scandite dalla Huppert, svelano l'anima di un film che, attraverso il genere del thriller, cerca di esplorare le dinamiche oscure del potere, della manipolazione e della giustizia.
Ma c'è un elemento che eleva "La verità secondo Maureen K." al di sopra di molti altri film del suo genere: la direzione artistica. L'approccio stilistico ricorda i grandi noir francesi, evocando la maestria di registi come Claude Chabrol. L'aspetto imperturbabile di Maureen, con il suo rossetto rosso e i suoi occhiali neri, è quasi una citazione ai grandi classici. Ma dietro questa facciata, si nasconde una fragilità palpabile, e Huppert la porta sullo schermo con maestria.
La trama del film si sviluppa attorno alle sfide di Maureen in un ambiente maschilista, nel quale la verità può costare caro. Ma, come ogni grande opera cinematografica, la narrazione si adagia su diversi strati. Vi è, ovviamente, l'aspetto politico ed economico, con riferimenti alla realtà e alle dinamiche del potere, ma c'è anche un aspetto più profondo: la lotta interiore di una donna per difendere la propria verità in un mondo che spesso non vuole ascoltare.
Forse la parte più discutibile del film è l'inserimento di troppe terminologie tecniche, che a tratti può sembrare un po' affrettato. Tuttavia, quando la storia si sposta sulla violenza e sul processo giudiziario, il film guadagna in intensità, rivelando il cuore del suo messaggio: la resilienza femminile di fronte alle avversità.
Salomé, nella sua regia, sceglie di dare spazio alla Huppert, facendola brillare in ogni scena. Questa scelta, per quanto vincente sotto molti aspetti, a tratti rende gli altri personaggi un po' bidimensionali, quasi fossero mere comparse in un palcoscenico dominato da Maureen.
Programmi della notte
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Il nuovo film di Amanda Sthers
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Quattro storie di violenza s'intersecano in una struttura apparentemente circolare che va avanti e indietro nel tempo: si chiude 1) due balordi (T. Roth, A. Plummer) si accingono a fare una rapina in una tavola calda; 2) due sicari (J. Travolta, S.L. Jackson) recuperano una valigetta preziosa, puliscono la loro auto, insozzata dal sangue e dal cervello di un uomo ucciso per sbaglio, con l'aiuto di Mr. Wolf (H. Keitel), l'uomo che risolve problemi, e vanno a mangiare proprio nella tavola calda della rapina; 3) uno dei due sicari (Travolta) deve portare a ballare Mia (U. Thurman), moglie del capo (V. Rhames), che, scambiata eroina per cocaina, va in overdose; 4) il pugile Butch (B. Willis) contravviene ai patti, vince un incontro che doveva perdere e scappa con la borsa.
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