Programmi della notte
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Il deserto. Vasto, infinito e solitario. Ma cosa succede quando il vuoto del deserto si scontra con il caos delle emozioni umane? "Asteroid City" di Wes Anderson ci offre una risposta. La città nel cratere non è soltanto una pittoresca ambientazione, ma il simbolo stesso del vuoto interiore che ognuno di noi porta dentro.
Il film inizia con una scena che mette a nudo la fragilità umana: un'auto in panne in un paesaggio desolato. Ma il deserto di "Asteroid City" non è solo fisico; è anche emotivo. I protagonisti, sospinti da destini diversi, si trovano catapultati in questo luogo dove l'inaspettato diventa la norma. L'arrivo di un extraterrestre non fa che accentuare questa sensazione, costringendo i personaggi a confrontarsi non solo con l'ignoto, ma anche con se stessi.
Il grande talento di Anderson sta nel riuscire a prendere una storia apparentemente semplice e farla esplodere in mille sfaccettature. Laddove altri registi avrebbero optato per l'azione o il sensazionalismo, Anderson sceglie la riflessione. I suoi personaggi non sono semplici archetipi, ma anime complesse, attraversate da dubbi, paure e desideri.
Il gioco tra finzione e realtà è magistralmente gestito, con la pièce teatrale narrata da Bryan Cranston che diventa metafora del film stesso. Anderson ci mostra che la vita e il cinema sono due facce della stessa medaglia, entrambi in grado di confondere, affascinare e sconvolgere. La sequenza con Margot Robbie è emblematica in questo senso, con i confini tra personaggio e attore che diventano sempre più sfumati.
"Asteroid City" rappresenta anche una sorta di riscatto per Anderson. Se in "The French Dispatch" il regista sembrava aver perso un po' della sua magia, qui la ritrova e la dispiega in tutto il suo splendore. C'è una sincerità in questo film che mancava nelle sue opere precedenti. Una sincerità cruda, sottolineata da interpretazioni magistrali, come quella di Scarlett Johansson, che con una semplice parrucca riesce a dar vita a un personaggio profondo e multidimensionale.
E poi c'è il finale, un inno all'arte e alla sua capacità di trascendere la realtà . Anderson ci ricorda che, nonostante tutto, il cinema ha il potere di elevare, di farci sognare e di aiutarci a confrontarci con la nostra stessa umanità .
In sintesi, "Asteroid City" è un viaggio emotivo nel cuore del deserto umano. Un film che non si dimentica facilmente e che, come il cratere al centro della storia, lascia un'impronta indelebile.
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Biagio è un imprenditore che ha vissuto tutta la vita con un complesso di inferiorità verso il suo ex compagno di scuola Ottone, uomo affascinante sempre un passo avanti a lui. Non sopportando più l'insuccesso decide di suicidarsi. Ma lassù qualcuno lo ama e gli concede un'altra possibilità , che lui vuole sfruttare per vendicarsi. Tuttavia, entrando nella vita di Ottone comincerà a vedere le cose da un'altra prospettiva...
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