Programmi del mattino
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Il deserto. Vasto, infinito e solitario. Ma cosa succede quando il vuoto del deserto si scontra con il caos delle emozioni umane? "Asteroid City" di Wes Anderson ci offre una risposta. La città nel cratere non è soltanto una pittoresca ambientazione, ma il simbolo stesso del vuoto interiore che ognuno di noi porta dentro.
Il film inizia con una scena che mette a nudo la fragilità umana: un'auto in panne in un paesaggio desolato. Ma il deserto di "Asteroid City" non è solo fisico; è anche emotivo. I protagonisti, sospinti da destini diversi, si trovano catapultati in questo luogo dove l'inaspettato diventa la norma. L'arrivo di un extraterrestre non fa che accentuare questa sensazione, costringendo i personaggi a confrontarsi non solo con l'ignoto, ma anche con se stessi.
Il grande talento di Anderson sta nel riuscire a prendere una storia apparentemente semplice e farla esplodere in mille sfaccettature. Laddove altri registi avrebbero optato per l'azione o il sensazionalismo, Anderson sceglie la riflessione. I suoi personaggi non sono semplici archetipi, ma anime complesse, attraversate da dubbi, paure e desideri.
Il gioco tra finzione e realtà è magistralmente gestito, con la pièce teatrale narrata da Bryan Cranston che diventa metafora del film stesso. Anderson ci mostra che la vita e il cinema sono due facce della stessa medaglia, entrambi in grado di confondere, affascinare e sconvolgere. La sequenza con Margot Robbie è emblematica in questo senso, con i confini tra personaggio e attore che diventano sempre più sfumati.
"Asteroid City" rappresenta anche una sorta di riscatto per Anderson. Se in "The French Dispatch" il regista sembrava aver perso un po' della sua magia, qui la ritrova e la dispiega in tutto il suo splendore. C'è una sincerità in questo film che mancava nelle sue opere precedenti. Una sincerità cruda, sottolineata da interpretazioni magistrali, come quella di Scarlett Johansson, che con una semplice parrucca riesce a dar vita a un personaggio profondo e multidimensionale.
E poi c'è il finale, un inno all'arte e alla sua capacità di trascendere la realtà . Anderson ci ricorda che, nonostante tutto, il cinema ha il potere di elevare, di farci sognare e di aiutarci a confrontarci con la nostra stessa umanità .
In sintesi, "Asteroid City" è un viaggio emotivo nel cuore del deserto umano. Un film che non si dimentica facilmente e che, come il cratere al centro della storia, lascia un'impronta indelebile.
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Nelle settimane che precedono lo scoppio della Seconda guerra mondiale, Nicholas Winton, agente di cambio londinese, diviene il promotore di un piano apparentemente impossibile che finirà per salvare 669 bambini dall'avanzata nazista in Cecoslovacchia.
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Stati Uniti del Sud, alla vigilia della guerra civile. Il cacciatore di taglie di origine tedesca dottor King Schultz, su un carretto da dentista, è alla ricerca dei fratelli Brittle, per consegnarli alle autorità piuttosto morti che vivi e incassare la ricompensa. Per scovarli, libera dalle catene lo schiavo Django, promettendogli la libertà a missione completata. Tra i due uomini nasce così un sodalizio umano e professionale che li conduce attraverso l'America delle piantagioni e degli orrori razzisti alla ricerca dei criminali in fuga e della moglie di Django, Broomhilda, venduta come schiava a qualche possidente negriero.
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Programmi del pomeriggio
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Bob Harris e Charlotte sono due americani a Tokyo. Bob è una star del cinema ed è a Tokyo per girare uno spot pubblicitario per una marca di whisky, mentre Charlotte è una giovane donna che arranca dietro al marito fotografo instancabile. Colpiti entrambi da insonnia, Bob e Charlotte s'incontrano una notte per caso nel bar dell'hotel dove alloggiano.
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"Supernova" racconta la storia della ricerca e del recupero di un'astronave medica nello spazio profondo nel ventiduesimo secolo, e dei sei membri della spedizione: il capitano e pilota AJ Markley (Robert Forster), il suo copilota Nick Vanzant (James Spader), l'ufficiale medico Keela Evers (Angela Bassett), il tecnico Yerzy Penalosa (Lou Diamond Phillips), il paramedico Danika Lund (Robin Tunney) ed il tecnico informatico Benj Sotomejor (Wilson Cruz). La loro astronave, la Nightingale 229 risponde ad una chiamata di emergenza arrivata da una galassia lontana. L'unico sopravvissuto che rinvengono è il giovane Troy Larson (Peter Facinelli), in possesso di un misterioso artefatto alieno.
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Il 4 novembre 1979, mentre la rivoluzione iraniana raggiungeva l’apice, un gruppo di militanti entra nell’Ambasciata USA in Tehran e porta via 52 ostaggi. In mezzo al caos, sei americani riescono a fuggire e si rifugiano a casa dell’Ambasciatore del Canada. Ben sapendo che si tratta solo di questione di tempo prima che i sei vangano rintracciati e molto probabilmente uccisi, Tony Mendez, un agente della CIA specialista in azioni d’infiltrazione, mette in piedi un piano rischioso per farli scappare dal paese. Per riuscire nell'operazione queste sei persone vennero fatte passare per una troupe di Hollywood impegnata a svolgere delle ricerche per un film chiamato Argo. Così riuscirono a uscire dal Paese.
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Programmi della sera
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Samantha Bloom è una donna piena di vita che adora l'oceano, il marito Cameron e i tre figli Noah, Reuben e Oli. È una surfista provetta e la famiglia fatica a stare al passo della sua preparazione atletica. Durante una vacanza in Tailandia però Sam precipita da una balconata e rimane paralizzata dalla vita in giù. Tornata in Australia, dove abita con la famiglia, la donna non riesce a uscire dalla depressione in cui l'ha gettata la tragedia, e marito e figli cercano con fatica di provvedere a lei e a se stessi.
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Questa commedia segue Jamie, una ragazza dallo spirito libero che si dispera per l'ennesima rottura con la sua fidanzata, e la sua timida amica Marian che ha un disperato bisogno di lasciarsi andare. In cerca di un nuovo inizio, le due si avventurano in un viaggio improvvisato verso Tallahassee, ma le cose precipitano rapidamente quando incrociano un gruppo di inetti criminali durante il tragitto.
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Tra le pieghe dell'industria cinematografica del 2022, emerge "La verità secondo Maureen K.", una pellicola che promette di immergere lo spettatore nel cuore pulsante del potere corporativo e nel fragile equilibrio tra verità e menzogna.
Diretto da Jean-Paul Salomé, il film presenta la straordinaria Isabelle Huppert nel ruolo di Maureen Kearney, una sindacalista al centro di una tempesta mediatica e legale. Sin dalle prime scene, il film affronta una questione delicata: fino a che punto si può arrivare per la verità ? E cosa succede quando la verità diventa un gioco pericoloso?
"Non ho mentito. Non ho inventato niente" - queste parole, scandite dalla Huppert, svelano l'anima di un film che, attraverso il genere del thriller, cerca di esplorare le dinamiche oscure del potere, della manipolazione e della giustizia.
Ma c'è un elemento che eleva "La verità secondo Maureen K." al di sopra di molti altri film del suo genere: la direzione artistica. L'approccio stilistico ricorda i grandi noir francesi, evocando la maestria di registi come Claude Chabrol. L'aspetto imperturbabile di Maureen, con il suo rossetto rosso e i suoi occhiali neri, è quasi una citazione ai grandi classici. Ma dietro questa facciata, si nasconde una fragilità palpabile, e Huppert la porta sullo schermo con maestria.
La trama del film si sviluppa attorno alle sfide di Maureen in un ambiente maschilista, nel quale la verità può costare caro. Ma, come ogni grande opera cinematografica, la narrazione si adagia su diversi strati. Vi è, ovviamente, l'aspetto politico ed economico, con riferimenti alla realtà e alle dinamiche del potere, ma c'è anche un aspetto più profondo: la lotta interiore di una donna per difendere la propria verità in un mondo che spesso non vuole ascoltare.
Forse la parte più discutibile del film è l'inserimento di troppe terminologie tecniche, che a tratti può sembrare un po' affrettato. Tuttavia, quando la storia si sposta sulla violenza e sul processo giudiziario, il film guadagna in intensità , rivelando il cuore del suo messaggio: la resilienza femminile di fronte alle avversità .
Salomé, nella sua regia, sceglie di dare spazio alla Huppert, facendola brillare in ogni scena. Questa scelta, per quanto vincente sotto molti aspetti, a tratti rende gli altri personaggi un po' bidimensionali, quasi fossero mere comparse in un palcoscenico dominato da Maureen.
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Sessantadue anni fa americani e giapponesi si combatterono nella decisiva battaglia di Iwo Jima. Qualche decennio più tardi vennero ritrovate centinaia di lettere mai spedite dei combattenti giapponesi.Da queste deriva la storia della celebre battaglia di Iwo Jima dal punto di vista delle truppe giapponesi.
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Programmi della notte
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Rosario Russo ha poco più di cinquanta anni. Da dodici vive in Germania dove gestisce, insieme alla moglie Renate, un albergo ristorante. La sua vita scorre serena: ha un bambino (Mathias), un aiuto cuoco (Claudio) che è anche un amico, e molti progetti per il futuro. Un giorno di febbraio, però, tutto cambia. Nel ristorante di Rosario arrivano due ragazzi italiani. Il primo si chiama Edoardo ed è il figlio di Mario Fiore, capo di una delle più potenti famiglie di camorra. L'altro si chiama Diego, e Rosario lo riconosce subito perché Diego è suo figlio. Non si vedono da quindici anni, da quando Rosario si chiamava Antonio De Martino ed era uno dei più feroci e potenti camorristi del casertano. Allora si era fatto credere morto e si era ricostruito una seconda vita in Germania.
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Hèctor Abad Gomez è un importante medico che opera nella polarizzata e violenta Medellin degli anni Settanta. Padre di famiglia che non si preoccupa solo del benessere dei propri figli ma anche di quello dei bambini appartenenti alle classi più svantaggiate, crede in un'educazione basata sulla tolleranza e sull'amore. Il destino, tuttavia, si accanisce sulla sua famiglia quando un cancro si porta via una delle sue amate figlie. Spinto dalla tristezza e dalla rabbia, Hector comincia a occuparsi di cause sociali e politiche, diventando uno dei maggiori attivisti della sua epoca. Ciò non sarà però ben visto dai poteri forti.
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Nella Sicilia degli inizi del Novecento, Salvatore fa un voto e chiede un segno al cielo: vuole imbarcarsi per il nuovomondo e condurre in America i figli e l’anziana madre. Il segnale è una cartolina di propaganda che ritrae minuscoli contadini accanto a galline giganti o a carote sproporzionate. Venduta ogni cosa posseduta, Salvatore lascia la Sicilia alla volta dell’America. Durante la traversata oceanica incontra la bella Lucy, una young lady che indossa il cappello ed è più elegante della figlia del sindaco del paese. Luce parla la lingua dell’America e cerca un compagno da impalmare per ritornarci da signora. Salvatore, da vero galantuomo, accoglie la sua avance. Il lungo viaggio approderà ad Ellis Island, l’isola della quarantena dove si decideranno gli ingressi e i rimpatri.
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